ASSEMBLEA: COL BUON CUORE NON SI PAGANO LE BOLLETTE

COL BUON CUORE NON SI PAGANO LE BOLLETTE

ASSEMBLEA DOMENICA 5 MARZO, ORE 18:00,

IN VIA CURLETTI, 12 A TREVIGLIO (BG)

Sugli educatori e sui “lavori sociali”

Il settore del sociale coinvolge numerosissimi lavoratori: gli “educatori”. Le mansioni che vengono svolte sono molteplici, molto differenti tra loro e coinvolgono tutti i contesti di assistenza e servizi alla persona: assistenza scolastica (in orario curricolare ed extra), comunità, sportello immigrazione, servizi sociali, orientamento al lavoro e servizi sul territorio.

Nonostante le conoscenze e le capacità richieste siano specifiche, delicate e complesse, molto spesso chi svolge questo lavoro (soprattutto donne) si trova in condizioni lavorative insostenibili. La maggior parte dei lavoratori sono assunti da cooperative sociali o da associazioni che, tramite bandi o appalti al ribasso, utilizzano tutti gli strumenti possibili per ottenere il maggiore profitto. La maggior parte delle volte l’ideale umanitario per cui la cooperativa dovrebbe operare costituisce solamente una facciata. Le condizioni di lavoro e i salari dimostrano che c’è una contrapposizione netta tra gli interessi dei lavoratori e il profitto della cooperativa-azienda.

Tante volte vengono fatte proposte al limite: contratti di collaborazione occasionale, in cui il lavoro è però organizzato come se fosse subordinato, contratti di pochissime ore settimanali, utilizzo sistematico di banca ore, figure jolly che vivono nella precarietà più assoluta (lavorano solo su sostituzioni imprevedibili). Inoltre, molto spesso si lavora in istituzioni (per esempio le scuole) in cui si svolgono le stesse mansioni e si hanno le stesse responsabilità dei lavoratori assunti direttamente, ma in condizioni salariali nettamente peggiori e con meno tutele. Un po’ come accade agli operai assunti tramite agenzie o cooperative in altri settori, uno su tutti la logistica.

Molto spesso le insostenibili condizioni di chi lavora nel sociale vengono giustificate con appassionati discorsi rispetto all’amore, alla devozione, alla dedizione e al sacrificio. Sembra che lavorare a contatto con le persone sia quasi una fortuna e che quindi il lavoro stesso sia la giusta ricompensa. Come se si potessero pagare le bollette con passione e buon cuore. Le molte lavoratrici che operano nei diversi contesti del sociale, dimostrano che tali lavori sono ancora rivestiti dal forte pregiudizio patriarcale per cui le mansioni di cura e accoglienza devono essere svolte dalle donne.

La corsa al profitto da parte delle cooperative porta a mettere in secondo piano le reali esigenze di assistenza e cura. Tante volte ad una sola persona sono affidate responsabilità che sarebbero da condividere, perché la preparazione e la forza del singolo non possono rispondere a tutte le esigenze. Questo sistema in cui gli educatori vengono facilmente sostituiti, costretti a cambiare per via dei contratti precari, alla ricerca di un posto anche solo un poco migliore e infine del riconoscimento dovuto al proprio lavoro, tutto fa, meno che il bene delle persone a cui assistenza e cura dovrebbero esser rivolte.

Infine, è estremamente difficile creare condizioni di autorganizzazione tra gli educatori, o anche di attività sindacale per vari motivi: non sempre esiste uno stesso luogo di lavoro in cui potersi conoscere e confrontare perché si è dislocati anche su territori molto ampi (intere province), il turn over e la precarietà sono costanti e impediscono ai lavoratori di creare condizioni di rivendicazione contrattuale e salariale, tante volte gli scioperi non sono possibili, spesso i contratti vengono rinnovati in ritardo o non vengono rinnovati.

I lavori dell’ambito sociale sono essenziali anche per il funzionamento del sistema capitalista in quanto liberano maggiore forza-lavoro dall’obbligo di cura e assistenza dei propri congiunti, sostituendo questa attività prima svolta dai familiari con un sistema di sfruttamento volto a generare profitto.

Lo sciopero dell’educatore, dunque, contribuisce al blocco e al danneggiamento della produzione in quanto impedisce a lavoratori di andare a lavorare.

Per questi motivi, rivendichiamo condizioni migliori e perciò invitiamo tutti a partecipare all’assemblea. Riteniamo necessario che si pongano le basi per creare luoghi in cui educatrici ed educatori possano confrontarsi e autorganizzarsi. Esprimiamo la nostra voce in modo particolare ora dato che tra poche settimane avverrà il rinnovo CCNL Cooperative sociali.

ASSEMBLEA DOMENICA 5 MARZO, ORE 18:00, IN VIA CURLETTI, 12 A TREVIGLIO (BG)

Collettivo Tana Libera Tutti

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