Fanno la guerra ai poveri e la chiamano “riqualificazione”

Morti in mare, rastrellamenti, sgomberi, attacco alle lotte, caccia al povero, licenza di uccidere per la polizia. Questi i fatti, in linea con le politiche dei governi precedenti.
Taser, braccialetti elettronici, daspo induriti, aumento delle deportazioni, pene più severe per chi occupa case e blocca strade, ricatti ancora più forti per chi è straniero. Queste alcune delle imminenti minacce del disgraziato decreto Salvini.
Poi c’è il piano delle parole. “Marcisca in galera” (riferito a Battisti), “i poliziotti non portano cappuccini e brioche” (dopo l’omicidio di Empoli). Per arrivare al consigliere leghista di Torino, Alessandro Sciretti, che ha auspicato “un po’ di scuola Diaz” per chi è sceso in piazza dopo lo sgombero dell’Asilo e l’arresto dei compagni. “Un po’ di scuola Diaz” significa, letteralmente, un po’ di tortura, di teste e braccia rotte, di muri insanguinati, di terrore. A questo siamo arrivati. Abituarsi a certe parole, significa accettare i fatti che ne conseguono.

ADESSO BASTA.

Mercoledì 20 febbraio, mentre a Torino si terrà un presidio davanti alla circoscrizione dove è consigliere l’infame che vorrebbe farci torturare, scendiamo in piazza in tante città, magari davanti alle sedi della Lega, per ricordare la Diaz, contro la violenza poliziesca, contro il razzismo di Stato, contro il governo e in solidarietà con i compagni di Torino.

A Treviglio la giunta leghista da un lato stende il tappeto rosso alle multinazionali della logistica e della rendita immobiliare, dall’altro alimenta la guerra tra poveri e la divisione dei lavoratori, reprime le lotte e smantella i diritti.

PER QUESTO È GIUSTO RIBELLARSI
LIBERI TUTTI
LIBERE TUTTE

Questa voce è stata pubblicata in General. Contrassegna il permalink.