I VOSTRI PROFITTI, I NOSTRI MORTI

Si trattava in tali casi di dimostrare che «Killing is no murder» (Uccidere non è assassinio) se avviene per amore del profitto.”

K. Marx

A Treviglio la mattina del 1 Aprile, in un’azienda di mangimi per animali, la ECB, sono morti due lavoratori nell’esplosione di un macchinario (un essiccatore di farine).

In quanto collettivo di lavoratori e di studenti autorganizzati di Treviglio ci sentiamo in dovere di prendere parola sull’accaduto poiché riteniamo che ci si debba interessare in prima persona alle condizioni di lavoro e di vita nostre e delle altre migliaia di persone che giornalmente producono la ricchezza del nostro territorio. È necessario sostenere le battaglie dei lavoratori del territorio in quanto ne va del nostro stesso futuro.

Dall’inizio dell’anno, cioè in neanche 4 mesi, sono 161 gli omicidi sul lavoro in Italia e a questi andrebbe aggiunto il numero dei lavoratori morti durante il trasporto verso il posto di lavoro: un vero e proprio bollettino di guerra. Diventa ancor più sconvolgente se si pensa che sul tema della “sicurezza” le forze politiche istituzionali hanno costruito il proprio consenso, riempiendosi la bocca di questa parola, mentre nei fatti ci “regalano” insicurezza crescente e maggiore precarietà.

In quanti, dopo ciò che è successo alla ECB, non hanno potuto fare a meno di ricordare il deragliamento del treno a Pioltello che poco più di due mesi fa ha causato altre 3 morti?! Il collegamento esiste, tutti questi tragici eventi hanno delle cause strutturali comuni. Alla ECB o sul treno, al lavoro o andando al lavoro, sono caduti dei lavoratori che prestavano il loro servizio per produrre una ricchezza che non sarebbe tornata nelle loro mani, ma in quelle colpevoli di chi taglia sulla sicurezza. La ricerca incessante del profitto in regime di concorrenza vuole che ci si spenda sempre più sul posto di lavoro mentre i costi (spese per le manutenzioni aziendali alla ECB e per i binari delle tratte ferroviarie) vengono tagliati: un cocktail fatale.

Le ultime leggi e riforme del lavoro, attraverso l’aumento della precarietà e dell’età lavorativa assieme alla diminuzione delle tutele sul lavoro, contribuiscono a creare le condizioni per il verificarsi di incidenti. Così la privatizzazione dà il trasporto pubblico in pasto alle leggi del mercato, portando a tagliare i costi e ad aumentare i profitti. Le riforme varate da questi governi non sono altro che un ulteriore attacco in questa guerra condotta contro i lavoratori nel nome del profitto.

Gli amministratori del territorio si ripuliscono il volto presentandosi e esternando il loro cordoglio, le loro manovre politiche invece contribuiscono a sostenere una situazione di segno opposto. Gli spazi pubblici sono svenduti ed il territorio modificato profondamente per far spazio ai privati, tra cui le multinazionali dello sfruttamento come Amazon.

Negli anni ci hanno convinto che ciò che viene portato avanti in nome dei profitti aziendali, in nome del mercato, viene portato avanti per tutti indistintamente: per il bene della società e per il bene di tutto il paese. Per anni ci hanno detto che l’azienda è “una grande famiglia” così si sono assicurati il lavoro di persone volenterose, di milioni di giovani pronti a spendersi qualche mese per quello, qualche mese per l’altro. Non è troppo dire, oggi, che ci hanno ingannato per sfruttarci, anche fino alle più estreme conseguenze.

Immancabilmente ci raccontano questi fatti come sorprendenti disgrazie e fatalità, l’una scollegata dall’altra, per far sì che al massimo si alzi un po’ di clamore, per poi far passare tutto nel dimenticatoio, fino alla prossima isolata disgrazia. Quando non possono fare a meno di parlarne tentano di far ricadere le responsabilità sugli stessi lavoratori, come se le cause potessero essere culturali, attribuibili alla loro poca conoscenza delle norme o, addirittura, ad una loro mancata “attitudine alla sicurezza”. L’imperativo è assolvere il sistema, il capitalismo e le leggi del mercato. Questa volta lo faranno anche sulle spalle delle famiglie dei lavoratori caduti.

Non abbiamo bisogno di aspettare né le indagini né il giudizio della magistratura per rigettare qualsiasi tipo di difesa da parte aziendale. Non lasciamo cadere nel dimenticatoio questi morti, proviamo a fare in modo che non accada mai più, liquidandone una volta per tutte le cause fondanti. Siamo pronti ad appoggiare e rilanciare attivamente qualsiasi iniziativa di protesta da parte dei lavoratori del territorio.

Esprimiamo il massimo ed incondizionato sostegno alle famiglie dei lavoratori caduti ed ai loro colleghi.

Consapevoli che nulla verrà dimenticato,

Collettivo TanaLiberaTutti Treviglio

– email: collettivotanaliberatutti@gmail.com

– blog: https://collettivotlt.noblogs.org

– pagina fb: Collettivo Tantaliberatutti Treviglio

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