××Dai rider ai metalmeccanici NUOVI CONTRATTI DI MALE IN PEGGIO××

5 nov 2020 – SCIOPERO
Riceviamo da alcuni rider che stanno scioperando anche a Treviglio oggi contro il nuovo contratto, peggiorativo rispetto ad una condizione già pessima.
Come collettivo rilanciamo e nel giorno dello sciopero dei metalmeccanici per il rinnovo del loro contratto ribadiamo il nostro sostegno alle lotte di tutti i lavoratori!
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CONTRO IL PIANO DI SMANTELLAMENTO DELLA SEMATIC DI OSIO SOTTO (BG)

A Osio Sotto (BG) c’è lo stabilimento della Sematic, dove si producono componenti per ascensori, compresi quelli che tutti noi utilizziamo nei condomini. È questo il prodotto del lavoro dei circa 250 operai e impiegati Sematic. Adesso la proprietà che ha acquistato la Sematic (il gruppo tedesco Wittur) vorrebbe delocalizzare la produzione in Ungheria con conseguente licenziamento della maggior parte dei lavoratori impiegati ad Osio. Per gli operai e le loro famiglie questa è una sorpresa amara, la rabbia c’è ed è legittima. La proprietà non ha rispettato né accordi né promesse fatte, ma non ha mai smesso di produrre utili.
Se per gli operai Sematic questa situazione è nuova, non lo è in generale per la classe operaia del territorio. Centinaia di operai ed ex-operai hanno dovuto far fronte ad un piano padronale di dismissione e delocalizzazione, si potrebbero fare molti esempi, come quello della Az Fiber tra Treviglio e Arcene. Sul nostro territorio è in atto da anni un processo di ristrutturazione che da una parte vede lo smantellamento e la dismissione di molte delle industrie produttive e dall’altra la costruzione di nuovi insediamenti logistici. Questo unisce lavoratori e lotte diverse dandogli potenzialmente più forza, ma finché questa forza non si esprime nessuno si farà carico degli interessi dei lavoratori al loro posto. Né la politica istituzionale impegnata ad assecondare gli interessi delle classi dirigenti né tanto meno i dirigenti stessi che hanno come unico obiettivo il profitto.
Raggiungere l’unità tra la maggior parte dei lavoratori di una stessa industria è importante per prendere decisioni e vincere la paura, l’iniziativa è in mano agli operai e ai lavoratori in modo diretto e non solo alle rappresentanze sindacali. Decidere i momenti giusti e le giuste pratiche di lotta da mettere in campo e scambiarsele.
Come lavoratori e studenti autorganizzati nel Collettivo TanaLiberaTutti Treviglio esprimiamo solidarietà agli operai Sematic, perché la loro lotta è la stessa lotta di tutti i lavoratori del territorio.
Perché difendendo il loro posto mettono un ostacolo anche al generale peggioramento delle condizioni di lavoro nel territorio, contro l’aumento della disoccupazione e contro le nuove assunzioni precarie e iper-sfruttate.
Per questo sosterremo le iniziative che gli operai e i lavoratori
Sematic vorranno mettere in campo contro la chiusura dello stabilimento.
Per questo sosteniamo e rilanciamo anche lo sciopero generale dei metalmeccanici indetto per il 5 Novembre contro l’arroganza delle associazioni degli industriali che oltre a non voler concedere aumenti salariali non si fanno scrupolo a lasciare operai senza salario e famiglie senza pane e dichiarano tranquillamente di voler aprire un’altra stagione di licenziamenti.
Collettivo TanaLiberaTutti Treviglio
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>>> NESSUNA MULTA DEVE ESSERE PAGATA!

Anche per te in questi mesi è stato più facile ricevere una multa che
accedere a tamponi, cure, giorni di malattia, aiuti economici etcetc? Ci troviamo per parlarne insieme!
Sabato 5 settembre, panetteria occupata, via Conte Rosso 20, Milano
[Se vuoi venire da Treviglio con noi, scrivi alla pagina!]
>>> NESSUNA MULTA DEVE ESSERE PAGATA!
Assemblea pubblica e cena solidale per organizzare insieme una
risposta ai processi di disgregazione sociale in atto
ore 17:30 assemblea
ore 20:30 cena solidale
Ci troviamo di fronte a una accelerazione dei processi di riorganizzazione economica, politica e sociale su scala mondiale. Lo
scenario che abbiamo di fronte è sempre più caratterizzato da uno
“stato di emergenza” permanente che si concretizza in uno “stato
d’eccezione” operante in tutti gli ambiti della vita sociale (lavoro,
istruzione, sanità e servizi,diritti umani e giuridici). Non è la
nostalgia per lo “stato di diritto” ad animare queste riflessioni ma
la coscienza che solo la lotta collettiva e organizzata può rappresentare un ostacolo ai processi di disgregazione sociale in atto e una speranza concreta per il futuro. La battaglia contro le multe è un piccolo passo in questa prospettiva
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A Grassobbio (BG) come a Peschiera Borromeo (MI) – la lotta degli operai di TNT-FedEx continua

Manifestazione oggi alle 16:00 davanti alla Prefettura a Bergamo!
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SABATO 6 GIUGNO ORE 16 IN PIAZZA IN TUTTE LE CITTA’

(A MILANO RITROVO IN PIAZZA SAN BABILA)
Invitiamo tutti i lavoratori del territorio a parteciparvi.
Contattateci per andarci insieme.
Ci troviamo in stazione a Treviglio per raggiungere in treno la manifestazione.
*****
In continuità con l’intervento politico che come collettivo di lavoratori e studenti autorganizzati portiamo avanti sul nostro territorio e, in particolare, sulla tematica lavorativa, tramite lo Sportello Lavoro, rilanciamo la mobilitazione del 6 giugno a Milano indetta dal Patto d’Azione per un Fronte anticapitalista.
La manifestazione porta in piazza molte rivendicazioni, quali ad esempio il salario garantito, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e la libertà di sciopero, che il collettivo sente proprie e che sono sempre state alla base della propria attività. A partire dai problemi che la classe lavoratrice ha sempre vissuto, e che si sono accentuati con l’emergenza sanitario-economica in corso, si è evidenziata la necessità di creare un fronte unico che possa convogliare le molteplici azioni spontanee degli ultimi mesi nei vari posti di lavoro e nei singoli territori in un’unica lotta. È giunto il momento di costruire una società libera dal capitalismo, dalle sue logiche di sfruttamento e dalle sue ripetute crisi.
Al seguente link il comunicato per la chiamata alla manifestazione:
Per partecipare oltre le scadenze ribadiamo per tutti/e l’appuntamento del lunedì sera con l’assemblea del Collettivo [Via Zenale, 1 a Treviglio, ore 21.30 circa]
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NEI MAGAZZINI TNT è SCIOPERO CONTRO GLI OPERAI INTERVIENE LA POLIZIA

[Tra la fase 1 e la fase 3 non sono mancate – e continuano anche ora – le mobilitazioni dei lavoratori, di seguito un volantino affisso nei dintorni di TNT a Treviglio]
Il 6 e il 7 maggio 2020 diverse decine di lavoratori della sede TNT di Peschiera Borromeo (MI) si sono organizzati in sciopero contro la decisione dell’Azienda di ridurre il personale. Si tratta di personale assunto a tempo determinato tramite l’agenzia interinale Adecco che fino a maggio è servito a continuare l’attività in fase di lockdown da COVID, senza tutele in termini di sicurezza e di misure anticontagio.
Oltre al danno anche la beffa: prima hanno rischiato il contagio e la vita, ora rischiano il posto di lavoro.
Dopo l’entrata in sciopero dello stabilimento di Peschiera anche i lavoratori degli stabilimenti di Taverola, Casoria, Piacenza, Bologna, Firenze, Fiano Romano e Padova hanno incrociato le braccia bloccando i magazzini.
Organizzati con il sindacato S.I. COBAS i lavoratori chiedono il blocco immediato di ogni licenziamento, l’anticipo della cassa integrazione, l’adeguamento dei ticket a 7 euro e la garanzia della sicurezza e delle misure anticontagio.
Il sistema economico è pronto a ripartire lungo le stesse strade che hanno portato allo shock della pandemia; è inevitabile, necessario, tutti vogliono ripartire, soprattutto i padroni che dicono di avere le tasche vuote.
I lavoratori, però, hanno ancora qualche dubbio avendo sperimentato sulla propria pelle le vere condizioni a cui sono stati sottoposti durante la fase acuta della pandemia e lo scarso peso che la loro salute, la loro vita, ha nei pensieri dei padroni. Ma se è vero che gli italiani sono quasi stati liberati dal lockdown è anche vero che nulla è cambiato rispetto ai provvedimenti che vietano ogni forma di autorganizzazione e di sciopero dei lavoratori. Assembrarsi per lavorare sì, assembrarsi per scioperare no. Ed ecco che a porre fine allo sciopero e difendere i padroni sono intervenuti organi di polizia: decine di mezzi e un numero imprecisato di agenti in antisommossa per sgomberare il presidio.
La TNT, oggi consociata con il gigante americano FedEx, ha motivato i licenziamenti con la crisi da coronavirus ed il calo delle merci, ma sembra proprio che in realtà l’obiettivo sia di piegare la resistenza degli operai organizzati per compiere a breve termine la loro sostituzione con “carne” fresca.
I lavoratori non sono merce da prendere e buttare alla bisogna!
LA LOTTA CONTINUA…
SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI!
Collettivo TanaLiberaTutti Treviglio
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25 aprile 1945-2020

Oggi a Treviglio – come abbiamo sempre detto e fatto, non vogliamo lasciare che la celebrazione sia affidata solo alle mani insanguinate delle istituzioni.
“Oggi, mentre rifletto su avvenimenti e penso a tanti episodi sconcertanti di questi ultimi anni, esprimo l’augurio che i giovani, i quali sono l’avvenire del paese, siano comprensivi tra loro e siano uniti nella lotta colla classe lavoratrice per poter realizzare le loro giuste rivendicazioni”
[Piera Patander]
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DAL 25 APRILE AL 1° MAGGIO C’É UNA SETTIMANA: NEL MONDO IL FUOCO COVA SOTTO LA CENERE

Dopo circa due mesi di restrizioni in un paese in cui i profitti dei privati non guardano in faccia nemmeno alla morte, siamo arrivati al 25 aprile. Come abbiamo sempre detto e fatto, non vogliamo lasciare che la celebrazione sia affidata solo alle mani insanguinate delle istituzioni, che oltre ad aver smantellato la sanità pubblica ed averla venduta al mercato, hanno portato avanti politiche contro i lavoratori mettendoli nella mortale condizione di dover scegliere tra il lavoro e la salute. Da quando la pandemia ha colpito il paese, siamo chiusi in casa, via via minacciati di sanzioni sempre più pesanti, mentre sembra che l’unica cosa che debba essere preservata, a qualsiasi costo umano, sia il modello economico.

 

Per far fronte all’emergenza i più fondamentali servizi pubblici, smantellati dalle politiche di questi anni, sono stati caricati sulle spalle di molti di noi, tra il volontariato, i turni massacranti negli ospedali e le difficoltà di dover assistere i propri familiari malati in casa.

 

In tanti si sono trovati a non aver alcuna forma di salario o altro tipo di sostentamento – e già la disoccupazione era diffusa prima – con tutti i problemi di chi non può più sostenere tutte quelle spese quotidiane, che non verranno abolite, ma solo rinviate, e che ci troveremo a dover pagare nel futuro dei “sacrifici per ripartire”. I prezzi dei beni di consumo sono aumentati.

 

Gli studenti – dalle elementari all’università – sono stati affidati alla didattica a distanza, un altro di quei freddi meccanismi del nostro sistema scolastico per dividere chi possiede i mezzi per continuare a studiare e chi no. Può la tua famiglia permettersi computer, connessione e una casa grande dove studiare in pace? Possono i genitori (magari al lavoro/in smart working) sobbarcarsi l’onere dell’assistenza educativa dei figli al posto della scuola? Tutto risparmio per le casse dello Stato, ma sappiamo che scaricare i costi dell’istruzione sulle famiglie è una prassi. Chiederanno anche quest’anno il contributo scolastico “volontario”?

 

Una grande parte della popolazione è stata costretta a continuare ad uscire per andare a lavorare, spesso senza adeguate tutele per la propria salute e ancora di più gravata del ricatto della sopravvivenza: scegliere tra il lavoro e la salute. Hanno fatto carte false per non farci fermare, e non perché ci vogliono bene e si preoccupano se non mangiamo, ma perché senza di noi non c’è padrone che abbia significato, non c’è profitto che possa essere reinvestito.

 

Ai lavoratori oggi è negato il diritto di riunirsi in assemblea, scioperare, organizzarsi, manifestare, ma è al contrario imposto di assembrarsi in posti di lavoro insani o di rimanere isolati in casa. Sembra che solo i padroni in questo momento abbiano mano libera per organizzarsi. Basti sapere che alla SDA di Bergamo già più di un tentativo di superare questa condizione è stato accolto da polizia e minacce. Ma è strano questo lockdown! Si inseguono con gli elicotteri i runner solitari e si permette ai giganti del commercio on-line, tra cui Amazon, di raccogliere immensi profitti in questo periodo, anche dalla vendita di oggetti per nulla essenziali. Qualcuno però questi oggetti li ha trasportati, impacchettati e consegnati e l’unico aumento al basso salario è stato qualche collega morto e qualcun altro ammalato.

 

Se la lotta partigiana può indicarci una via oggi, è quella dell’azione diretta e dell’organizzazione, creare legami, anche a livello internazionale, per avere al più presto la forza di uscire, per portare avanti le lotte di tutti gli sfruttati e dare una svolta a questo mondo sempre meno accogliente. La nostra passività non rabbonisce il nostro nemico. La Resistenza ci insegna che non si può aspettare che la Liberazione arrivi dall’alto, perché quando è così è in cambio di un maggiore sfruttamento.

 

Collettivo Tana Libera Tutti – Treviglio

 

25 aprile 2020

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LA LOGISTICA PEDALA, LASCIANDO IN CODA LA SALUTE DEI LAVORATORI

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Quando Amazon ha aperto i cancelli del sito di Casirate d’Adda, l’accoglienza era quella che si riserva alle inattese fortune. Abbiamo già sottolineato con quanta enfasi ci veniva raccontato delle grandi opportunità che questo polo avrebbe portato con sé nel nostro territorio. I mesi successivi all’inaugurazione hanno portato poi anche parecchie lamentele da parte degli abitanti del paese, turbati nella loro quiete da una gran quantità di traffico e dagli annessi problemi di viabilità.
La voce dei lavoratori in tutto questo era difficile da sentire. Avvicinarsi troppo ai cancelli dello stabilimento non è consentito e si segnala l’evidente assenza di organizzazione sindacale all’interno. Ad insistere però si viene a sapere di ritmi sfiancanti di lavoro e grande attenzione al controllo dei lavoratori, di grande disparità tra i vari contratti applicati e di una persistente precarietà. Per l’azienda sono tutte queste basi solidissime per mantenere le redini del ricatto: accettare di buon grado queste condizioni o rimanere disoccupati.
L’avanzata del Coronavirus non ha fatto che accentuare le storture di questo sistema. Ma non tutto è rimasto nel silenzio.
Lo Sportello Lavoro ha ricevuto alcune segnalazioni a proposito di Amazon a Casirate, che si aggiungono alle segnalazioni ricevute da alcuni sindacati. Senza entrare qui nel dettaglio, anche recentemente i lavoratori constatavano insoddisfacenti misure di tutela, quali:
La tardiva fornitura di mascherine, tant’è che qualcuno ha dovuto provvedere da sé a procurarsene una. Un’organizzazione del lavoro (in quanto a tempi e modalità) e degli spazi ritenuta non sicura. Numerosi lavoratori svolgono la loro attività in un unico ambiente, con particolare criticità nelle baie di scarico merci, gli spazi dei bagni comuni risultano inadeguati per l’afflusso dell’utenza, e molto altro ancora.
Al momento parecchie persone risultano essere in malattia e si ha notizia che alcuni lavoratori siano positivi al COVID-19. Questo fatto, sul quale l’azienda sembra voler tacere, sta ovviamente generando preoccupazione nei lavoratori stessi per la propria salute e per quella dei loro familiari.
Si aggiunge poi che non è cessata la spinta a ritmi di lavoro elevati per raggiungere i target di produttività, così non possono essere rispettati nemmeno i timidi accenni dell’azienda in termini di tracciati e percorsi meno pericolosi.
Nei magazzini affollati insieme alle merci corre veloce anche il virus e sale sempre più il profitto dei big dell’e-commerce, che beneficiano della chiusura delle attività commerciali tradizionali per vendere beni di non prima necessità.
Nonostante i ritmi e i tempi di lavoro, il controllo sui lavoratori e, oggi, l’emergenza COVID-19 rendano molto difficile qualsiasi forma di assemblea e coordinamento fra gli stessi, non regna solo il silenzio: nella logistica tutta si son visti scioperi e agitazioni. Non stiamo parlando solo di Amazon e non parliamo solo dell’Italia. Siamo perciò certi che, se l’azienda si è mossa – anche a Casirate – su minime concessioni in termini di sicurezza, l’ha fatto anche grazie al contributo di queste iniziative di lotta.
La strada è indicata, solo l’organizzazione tra lavoratori, in tutti i posti di lavoro, può garantirci la sicurezza, permetterci la riconquista dei diritti erosi e gettare le basi per la costruzione di un modello di territorio abitabile.
I risultati sono sempre sotto i nostri occhi. E allora non è il momento di arretrare. Non è il momento di rimandare al dopo.
Collettivo Tana Libera Tutti – Treviglio
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25/03/2020 SCIOPERO GENERALE

[Ricordiamo a tutti che si può aderire allo sciopero anche se non si è iscritti a nessun sindacato e che siamo disponibili per qualsiasi richiesta di informazioni]
Dopo le colpevoli pressioni di Confindustria per tenere aperte a tutti i costi le loro aziende e continuare con i loro profitti e con il contagio che si estende a livello mondiale con sempre maggiore gravità, il ricatto tra la salute e il lavoro grava ancora di più sui lavoratori.
Anche a Treviglio rilanciamo lo sciopero, invitiamo tutti a partecipare e ad astenersi dal lavoro:
* Per ribadire che la salute collettiva deve valere più del profitto dei padroni
* Per la chiusura di TUTTE le attività non essenziali in tempo di quarantena, senza alcuna scappatoia;
* Per sostenere tutti quei lavoratori che, non potendo scioperare, chiedono al resto dei lavoratori di farsi portabandiera anche dei loro diritti, anche a seguito di quest’emergenza;
* Per la requisizione delle strutture sanitarie private per far fronte all’emergenza epidemiologica in corso, strutture che da anni macinano lauti profitti grazie allo smantellamento del SSN;
* Per la riconquista di un vero sistema sanitario pubblico (efficiente e gratuito), che si riprenda tutto quello che i tagli alla sanità hanno dismesso a tutto vantaggio delle aziende private (così come in ogni altro servizio nell’ambito delle privatizzazioni tanto volute dai governi di ogni colore).
La chiusura delle attività non essenziali eviterebbe anche di gravare ulteriormente sugli ospedali già al collasso con nuovi malati derivanti dal contagio continuo sui posti di lavoro e permetterebbe inoltre di destinare le attrezzature di protezione dei lavoratori a tutte quelle strutture essenziali, tra le quali anche gli stessi ospedali, in cui questi scarseggiano già da tempo.
Perché la tutela della salute dei lavoratori sia universale e accessibile a tutti, senza passare dal welfare aziendale.
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