Il 18 giugno, davanti alla LIDL di Biandrate (Novara) è stato ucciso Adil Belakhdim, ex operaio TNT e coordinatore SICOBAS di Novara. Un’autista che lavora per una ditta fornitrice della LIDL, ha deciso di forzare il picchetto, chiamato per lo sciopero nazionale della logistica, e, travolgendo alcuni lavoratori, ha trascinato Adil per alcuni metri uccidendolo.
Un lavoratore ha ucciso un altro lavoratore, che stava dalla sua parte, che era lì per lottare anche per i suoi diritti.
Contrariamente a quanto detto da alcuni, qui non ci sono due vittime, c’è un carnefice e c’è una vittima, appartenenti però alla stessa classe. Un “dettaglio” che non possiamo tralasciare.
Possiamo tralasciare invece i motivi psicologici del gesto infame, perchè qualsiasi essi siano, quello che abbiamo di fronte è un attacco a tutta la classe lavoratrice, in nome di un profitto che ci ha resi individui in affanno, frustrati e sempre più isolati.
Un’intera classe, portata all’esasperazione da un paio d’anni di gestione criminale della pandemia, iper-sfruttata da un mondo che non può permettersi di fermarsi perché il profitto va fatto tutto e subito, ricattata dall’imminente sblocco dei licenziamenti, disorientata e terrorizzata a tal punto da non saper riconoscere chi è il vero nemico.
Quanto vale la vita di un lavoratore o di una lavoratrice? Qualunque sia il suo valore è pericolosamente basso. La strage di lavoratori può continuare.
Adil e tutti gli altri lavoratori che alzano la testa per migliori condizioni di vita e di lavoro sono eroi che in questa guerra non dichiarata si sono messi in prima linea. È questo l’unico mezzo a nostra disposizione per rompere quel meccanismo che spingerà altri lavoratori come l’autista a premere l’acceleratore. Capirete che così tutti i lavoratori perdono, invece lo Stato e la classe dirigente si rafforzano.
È di fronte alla morte di Adil che si è resa ancora più forte l’esigenza di una ricomposizione di classe, di una vera unione tra lavoratori che possano finalmente individuare chi è il vero colpevole di tutte le sofferenze e attaccare con determinazione e organizzazione. Non possiamo più permettere che altro sangue venga versato in nome di interessi che non ci appartengono.
La LIDL è complice di questo assassinio, impone i suoi ritmi di lavoro e quindi anche di vita ai lavoratori, li sfrutta e li costringe alla protesta per ottenere quel poco che gli spetta. Si avvale di ogni mezzo per vincere la concorrenza e aumentare il profitto.
Gli altri padroni sono da meno? No, gli operai attaccati di Fedex-TNT a Tavazzano e di TEX-PRINT a Prato lo confermano.
Lo Stato è complice di questo assassinio: svilisce il valore dei lavoratori permettendo che le grandi aziende chiudano o delocalizzino, causando licenziamenti di massa; fa pestare i lavoratori e gli studenti ai picchetti e in manifestazione; insegna a tutti che la voce grossa si fa solo con i deboli, mentre ai forti si chiedono favori; emana leggi che sviliscono il lavoro, lo rendono precario e servile; attacca la libertà di manifestare (come con i decreti sicurezza) e arresta chi lo fa, lasciando intendere a tutti gli altri che manifestare non ha senso ed è un reato.
Non ci resta che organizzare l’autodifesa operaia e dei lavoratori perchè dovremo difenderci meglio ed ancora.
Onore ad Adil, dalla parte giusta della storia!
collettivo TanaLiberaTutti – Treviglio