Da qualche tempo ti sei accorto di avere nervi tesi, ansia, stanchezza perenne, stress, frustrazione…?
tranquillo, sei solo un lavoratore! Se pensi che il tuo collega sia un po’ “matto” sappi che molto probabilmente anche lui sta pensando la stessa cosa di te.
Dall’inizio del 2020 sono più di 40 i morti sul lavoro
e se si continua di questo passo non sarà difficile raggiungere o addirittura superare i numeri del 2019: 1437 morti. Una strage.
Anche a Treviglio (all’ECB, sul treno a Pioltello e a Lodi, alla Piuma d’Oro, nei cantieri…).
Ma non è necessario spingersi fino alle estreme conseguenze dello sfruttamento, basta guardarsi attorno, nei propri posti di lavoro e nelle proprie case.
Stiamo sempre peggio e non riuscendo ad identificare un responsabile puntiamo il dito sul collega, su un famigliare o addirittura su noi stessi,
perché “non siamo bravi abbastanza”. Il lavoro, per quanto si cerchi di tenerlo fuori dal tempo libero, determina anche altri
aspetti della nostra vita, le nostre relazioni, il nostro stato d’animo…
Ogni volta che un lavoratore perde la vita o si fa male sul posto di lavoro è sempre una fatalità e la responsabilità ricade sul singolo, sulla mancanza di attenzione di quel lavoratore o sul mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza di quell’altro lavoratore.
Anche quando – seppur in rari casi – qualche dirigente viene indicato come colpevole, non si chiamano mai come responsabili le classi dirigenti nel loro complesso, il sistema, tutti quelli che, per mantenere inalterati i loro profitti tendono a facilitare i licenziamenti, aumentare i carichi, tenere sempre al minimo l’organico, servirsi dei ricatti e tagliare sulla sicurezza. La colpa è del postino che ha caricato troppo il motorino, del rider che va troppo veloce in bicicletta, dell’operaio che non ha chiuso lo sportello di sicurezza del macchinario, del facchino che si è addormentato al volante. Nessuno pensa che il postino ha dovuto riempire il motorino perché se fa ore di straordinario non gliele pagano, che il rider va troppo veloce perché viene pagato a consegna, che all’operaio dicono che chiudere lo sportello di sicurezza fa perdere tempo e che il facchino dorme 5 ore a notte perché le altre le lavora. Potremmo andare avanti fino all’infinito e citare quasi tutti i settori di lavoro, dalla logistica, al settore sanitario, all’agricoltura, a quello delle pulizie…
La logica è sempre la stessa: davanti al profitto la vita umana perde tutto il suo valore.
Un responsabile però esiste, si chiama capitalismo e chi lo sostiene: un sistema che ci vuole più produttivi, più veloci, più zitti e più ricattabili. Ci hanno preparato a tutto questo, sin da quando eravamo studenti, e ancor di più preparano gli studenti di oggi: stage e alternanza scuola-lavoro senza alcuna tutela o rimborso delle spese; le prove invalsi, i cui risultati determinano come vengono distribuiti i finanziamenti, penalizzando gli Istituti che ottengono il punteggio più basso; ma anche i “cartellini” da timbrare all’ingresso a scuola. Fin dalle superiori la competitività genera divisioni, rompe e frammenta la solidarietà tra studenti. La competizione sfrenata è una mossa studiata e porta studenti e scuole a combattere tra loro invece che ad unirsi e lottare per ottenere condizioni migliori per tutti.
Come lavoratori e studenti
pensiamo che dobbiamo smetterla di puntare il dito sul responsabile sbagliato e che dobbiamo incontrarci
per discutere delle questioni che ci riguardano, unirci e organizzarci per lottare contro questo sistema. Per una maggiore sicurezza, ma anche per meno stress e buona salute mentale sui posti di lavoro: basta sterili condanne senza seguito, lottare è giusto!
Per ricominciare ad incontrarsi, discutere e organizzarsi ci diamo appuntamento ogni lunedì sera alle 21.00 a Treviglio in via Zenale, 1.
Collettivo TanaLiberaTutti Treviglio
collettivotanaliberatutti@gmail.com
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Sportello per lavoratori – tel: 3331059352