“I fascisti non sono mica come i funghi, che nascono così, in una notte.
No. I fascisti sono stati i padroni a seminarli, li hanno voluti, li hanno pagati.
E coi fascisti i padroni hanno guadagnato sempre di più, al punto che non sapevano più dove metterli i soldi…”
(dal film ‘novecento’ di Bernardo Bertolucci)
La scorsa domenica -7 aprile – a Treviglio, in piazza Garibaldi, il Comune ha nuovamente concesso all’organizzazione neofascista Casapound di imbastire un banchetto informativo. Il presunto intento divulgativo dei fascisti era però sostenuto da caschi integrali e da un’ingente scorta di polizia e carabinieri schierata a difesa.
La contraddizione tra caschi, scorta armata e un qualsiasi intento di fare informazione è presto detta. L’unico intento che possiamo ravvisare in una presenza che, estranea alla città di Treviglio, è pure provocatoria (per ciò che propaganda) agli occhi dei proletari trevigliesi, è quello di legittimare la presenza di un’organizzazione fascista sul nostro territorio e di farlo con la forza. Quale forza? Non certo quella che li vede costretti a scendere dall’intera provincia per raggiungere l’esiguo numero di militanti che abbiamo visto in piazza domenica. È quella dello Stato che li accudisce, con tutto il suo apparato repressivo e il suo potere politico, è quella dei padroni che li finanziano. È grazie ciò che si sono potuti presentare ai trevigliesi.
Il fascismo ha sempre avuto l’appoggio delle istituzioni borghesi, dello Stato e dei padroni. Fa comodo mantenere lindo e pulito il viso stanco di questa democrazia e affidare a personaggi come questi la repressione più violenta delle lotte. L’alleanza continua anche oggi e non si contano minacce, aggressioni e assassini ai danni di immigrati e lavoratori.
Non è solo azione concreta e criminale. La faccia pulita di CasaPound e dei suoi simili si presenta, ospite gradita dei mezzi di informazione, per fare da spalla alla propaganda di governo, nel tentativo di convincerci che la soluzione è dividersi e perseguire gli interessi di piccole parti. Prima gli italiani! – dicono – altro non fanno che dire Prima i padroni, prima lo sfruttamento, prima la repressione!
È il subdolo tentativo di dividere i lavoratori, perché siano più facilmente attaccabili e non si azzardino a chiedere di più.
Contrastare ogni tentativo fascista di insinuarsi nelle dinamiche politiche di Treviglio è fondamentale, impedire che i loro banchetti informativi vadano a buon fine è solo il primo passo. Per combattere il fascismo pensiamo sia necessario unire i lavoratori in una lotta contro le dinamiche di sfruttamento del sistema capitalista, contro la precarietà e contro la repressione dello Stato. Combattere il fascismo è combattere il capitalismo.
Collettivo TanaLiberaTutti Treviglio