Escludere i bambini dalla mensa se i genitori non si mettono in regola con i pagamenti arretrati del servizio, è questa la manovra annunciata già un anno fa dall’amministrazione Pezzoni e ripresa, ovviamente, dalla “fotocopiata” amministrazione Imeri. Manovra che, oltre a risultare discriminatoria nei confronti dei bambini che non potranno mangiare coi compagni di scuola, non esitiamo a definire classista nei riguardi delle famiglie che per motivi sostanzialmente di reddito non hanno pagato la quota. Quello della mensa scolastica non è un problema solo per quelle 315 famiglie non in regola coi pagamenti, ma anche di tutte quelle famiglie che si sforzano di pagare pur con grande difficoltà e dovendo fare diversi sacrifici.
Questo, in poche parole, perché il servizio in oggetto, erogato dalla Gemeaz Elior spa concessionaria del comune, ha un costo indubbiamente alto: 5,15 euro a pasto. Risulta ovvio che con questa cifra ci mangia un muratore, di sicuro non un bambino delle elementari/medie né tanto meno dell’asilo. Cosa ci sta dietro a tutto questo? Ovviamente il profitto. Profitto della società Gemeaz, colosso della ristorazione che, dopo una lunga serie di passaggi di mano tra multinazionali di svariati paesi, risulta ad oggi inserita all’interno del gruppo francese Elior. Una storia che denota il carattere prettamente affarista che sta dietro al cibo dei bambini delle scuole (trevigliesi e non solo). Così mentre un numero indefinibile, ma sicuramente alto visto il periodo di crisi, di famiglie fatica a pagare il cibo dei propri figli a scuola, una società con 300.000.000€ di fatturato si arricchisce sulle loro spalle, mettendo ovviamente in secondo piano il benessere dei giovanissimi studenti.
La storia non è nuova, negli ultimi anni sempre più servizi passano dalla gestione comunale alla gestione privata: la cosiddetta esternalizzazione dei servizi. Un processo nel quale i servizi sono erogati da enti privati in forte concorrenza tra loro (addirittura a livello globale in questo caso), ciò si traduce in un aumento dei costi, ma anche del tasso di sfruttamento dei lavoratori impiegati. A nostro parere la mensa scolastica DEVE poter essere alla portata di tutti, a maggior ragione, se ad impedirlo è l’arrogante capitalistica volontà di macinare lauti profitti per pochi padroni.
La Gemeaz abbatte i costi di produzione anche sulla pelle dei suoi lavoratori. In tutta Italia vertenze collettive e scioperi a fasi alterne hanno visto come protagonisti i lavoratori (anche a Cassano d’Adda) di questa grossa multinazionale che, mentre mantiene alti i prezzi del cibo e si assicura investimenti a rischio zero (appalti per caserme, scuole, ospedali, Università ecc…in tutta la penisola), non esita a mantenere stipendi bassi e a violare gli accordi presi con i lavoratori.
A quanto pare non sono ne le retribuzioni dei dipendenti a giustificare gli alti costi del pasto ne la qualità del cibo (più volte contestata dagli stessi lavoratori e dalle famiglie) o altre classiche giustificazioni. A non far mangiare i bambini a scuola sono i loro enormi profitti. La manovra del Comune (come del resto la concessione dell’appalto per più di 10anni!) non è altro che il gran servizio (quello però è efficiente) che le istituzioni fanno all’APPETITO dei capitalisti privati. La Gemeaz non è nuova in questo tentativo, in altri comuni sta tentando di costringere i genitori in difficoltà a provvedere da sé (portandosi il pranzo da casa). Se non troverà la giusta opposizione, ma solo amministrazioni al suo servizio, non farà altro che proseguire sulla sua strada a nostro svantaggio e a svantaggio delle future generazioni.
Invece che proibire la mensa ai bambini dobbiamo impegnarci affinché le aziende non facciano tanti profitti sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie.
ABBASSARE IL COSTO DEI PASTI FINO A RENDERLO ACCESSIBILE A TUTTI!
NESSUN PROFITTO SULLE MENSE SCOLASTICHE E SUL LAVORO!
STOP AI PROFITTI PRIVATI NELLA GESTIONE DEL TERRITORIO!
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