Senza entrare nel merito dei gravi fatti di sabato pomeriggio a Lovere (leggi qui), è giusto spendere due parole sul soggetto, e sull’aurea mediatica che si è creato negli anni, responsabile della violenza gratuita che ha causato, tra l’altro, il ricovero in ospedale di due anziani antifascisti con lesioni piuttosto serie. La gestione della piazza del cimitero di Lovere era affidata al vice questore Angelo Lino Murtas, figura ormai ben nota a tutti anche a Treviglio, dove ricopre il ruolo di dirigente del commissariato di polizia della città. Proprio a Treviglio si è costruito una reputazione mediatica di paladino della legalità e garante della sicurezza mettendosi in mostra, anche ai limiti del ridicolo, davanti alle fotocamere di pseudo-giornalisti con i bottini degli arresti e dei sequestri effettuati sul territorio.
Arriva all’assurdo anche la definizione che gli fu data tempo fa di “commissario eroe”, per aver “salvato” con un intervento tempestivo un uomo che minacciava di gettarsi dalla finestra del suo appartamento a causa dell’esecuzione dello sfratto in atto (leggi qui). Sfratto che poi è comunque riuscito grazie al dispiegamento assurdo delle stesse forze dell’ordine: due camionette di agenti in tenuta anti sommossa comandate proprio da Murtas. Insomma l’eroe spacciato dai giornali è lo stesso che ha buttato per strada una famiglia intera con tre bambini piccoli. Superman non avrebbe potuto fare di meglio.
Saranno i baffi e il portamento da moschettiere francese (e da eroe d’altri tempi) o lo stile sempre impeccabile, nell’abbigliamento così come nelle pose delle foto, che hanno contribuito a creare l’immagine pubblica del salvatore della città dal crimine che serpeggiava nelle strade prima del suo arrivo. Teatrino ben orchestrato e probabilmente utile ad uno scopo: scongiurare l’allora minacciata chiusura del commissariato di Treviglio dando l’idea di un commissariato efficiente e che porta risultati.
Minaccia scongiurata anche grazie ad una mobilitazione unitaria di tutte le forze politiche locali, tutte pronte a schierarsi a difesa dell’operato della polizia per sostenere i propri slogan sulla sicurezza. Evidentemente non importa che tale operato si traduca in repressione contro antifascisti, contro le lotte per il diritto ad avere una casa e un lavoro dignitoso, contro chi si oppone alla gestione del territorio diretta alla creazione di profitti per pochi. Non importa che la responsabilità dell’esistenza nel territorio di situazioni di disagio economico e sociale e di quartieri ghetto o poco vivibili sia da attribuire alle stesse forze politiche che chiedono, anche populisticamente, più interventi delle forze dell’ordine e più giustizialismo.
Rassicurante è pure il video di auguri di Natale composto dallo stesso vice questore (per chi ha coraggio video qui), in cui le belle immagini di agenti all’opera nei vari settori dell’ordine pubblico si alternano a qualche tricolore che sventola al ciel sereno con sottofondo musicale, in un connubio poetico più unico che raro.
All’immagine di sceriffo eroe si contrappone infatti anche quella che abbiamo potuto vedere nelle strade ogni qualvolta l’ordine e la pace sociale dei quali è garante è stato “minacciato” da chi si è opposto ad un sistema di sfruttamento e ai suoi servi che fomentano guerre fra poveri: sabato scorso a Lovere così come il 25 aprile 2015 in piazza a Treviglio, dove si è subito scagliato contro un gruppo di antifascisti locali che contestava (a parole) l’ex sindaco Pezzoni (link volantino). La stessa immagine che abbiamo potuto vedere durante gli sfratti, in cui la polizia non si fa scrupoli a sbattere in strada famiglie per tutelare gli interessi di palazzinari e speculatori.
Insomma, mentre politicanti di ogni risma e schieramento si riempiono la bocca di slogan sulla sicurezza, scudi e manganelli sappiamo bene quali interessi difendono e contro chi verranno sempre usati.