SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI: UNA CLASSE, UNA LOTTA!
Dalla parte degli operai trevigliesi. Solo la lotta paga.
La lotta che, qualche anno fa, gli operai della FIBER di Treviglio hanno portato avanti per salvare il proprio posto di lavoro è un chiaro esempio di come la mobilitazione collettiva sia l’unica via possibile per difendere i propri diritti. A fronte di un continuo attacco alle condizioni di lavoro e di vita di quegli operai, quella stessa lotta torna oggi ad essere necessaria per impedire nuovi licenziamenti.
A fronte di una crisi nel settore produttivo ancora allarmante, si può notare come, anche nelle zone di Treviglio e dintorni, dagli ultimi anni a questa parte, vengono realizzate importanti opere infrastrutturali (BRE.BE.MI, TAV, ecc..) che rendono il territorio un nodo strategico nella movimentazione e distribuzione delle merci. Difatti la possibilità di esternalizzare la produzione o di delocalizzarla del tutto dove il costo del lavoro è inferiore ha permesso di spostare la produzione altrove, portando anche sul territorio della bassa bergamasca un enorme sviluppo del settore logistico. La creazione di posti di lavoro in questo settore, che ci spacciano come nuovo orizzonte lavorativo si palesa nella realtà come lavori sottopagati, precari, sfruttati – le aziende multinazionali nell’hinterland milanese ne sono un esempio lampante. E non potrebbe essere che così data l’esigenza della classe imprenditoriale di aumentare la produttività e abbassare costantemente i costi del lavoro per poter essere concorrenziali nel mercato del lavoro. Tutto ciò non può che significare abbassamento dei salari, annullamento di diritti e garanzie, aumento dei ritmi di lavoro e dello sfruttamento, in una parola flessibilità.
Dato un sistema socio-economico in cui gli interessi dei lavoratori sono in contraddizione con le richieste di profitto della classe padronale e in cui le diseguaglianze lavorative sono la base di quelle contraddizioni sociali che poi viviamo sul territorio, riteniamo che questi conflitti, interni alle fabbriche, debbano emergere e fungere da esempio e punto di partenza per tutte quelle realtà che si mobilitano per contrastare il crescente attacco alle classi subalterne.
Di fronte ad un attacco che, anche a causa della crisi economica, si intensifica e colpisce sempre più settori della classe operaia (studenti, immigrati, lavoratori, disoccupati), è quindi doveroso che vi sia una risposta compatta e organizzata che, dal basso, porti nelle strade, nelle piazze, nei quartieri, le diverse istanze espresse dal proletariato.
Noi, come collettivo di giovani trevigliesi riteniamo necessario far fronte comune e lavorare sul territorio al fine di intensificare la conflittualità sui posti di lavoro sempre più precari e sottopagati, nella rivendicazione di case e spazi e nella lotta contro la mercificazione dell’istruzione.