



Alla TNT di Bergamo i lavoratori stanno chiedendo mascherine e altri mezzi per tutelare la loro salute e quella delle persone a cui consegnano i pacchi (per esempio non far firmare il cliente per non avvicinarsi).
La risposta si è palesata con la DIGOS che, prese le generalità, ha minacciato di denuncia i lavoratori, nonostante non ci fosse assembramento e tutti fossero ad almeno due metri di distanza.
Ancora una volta si mostra evidente che il maggior interesse dello stato è sostenere i profitti e gli interessi di industriali e padroni. Che si faccia tenendo aperte le aziende nel mezzo di una pandemia e con la polizia non ci stupisce.
Anche nella bergamasca l’esigenza del profitto viene messa davanti alla necessità di stare sicuri di fronte alla minaccia del Coronavirus.
Riceviamo notizia che anche qui alcuni operai stanno mettendo in campo scioperi e azioni di protesta.
Per quanto possibile, hanno tutto il nostro sostegno.
Da qualche tempo ti sei accorto di avere nervi tesi, ansia, stanchezza perenne, stress, frustrazione…?
tranquillo, sei solo un lavoratore! Se pensi che il tuo collega sia un po’ “matto” sappi che molto probabilmente anche lui sta pensando la stessa cosa di te.
Dall’inizio del 2020 sono più di 40 i morti sul lavoro
e se si continua di questo passo non sarà difficile raggiungere o addirittura superare i numeri del 2019: 1437 morti. Una strage.
Anche a Treviglio (all’ECB, sul treno a Pioltello e a Lodi, alla Piuma d’Oro, nei cantieri…).
Ma non è necessario spingersi fino alle estreme conseguenze dello sfruttamento, basta guardarsi attorno, nei propri posti di lavoro e nelle proprie case.
Stiamo sempre peggio e non riuscendo ad identificare un responsabile puntiamo il dito sul collega, su un famigliare o addirittura su noi stessi,
perché “non siamo bravi abbastanza”. Il lavoro, per quanto si cerchi di tenerlo fuori dal tempo libero, determina anche altri
Il 24 gennaio alle 21.00 ci vediamo allo Spazio Jurka a Romano per un incontro di informazione e discussione sulla guerra e su come combatterla.
NO WAR, BUT CLASS WAR
La NATO, da sempre sotto il comando USA, è una vera e propria macchina da guerra: provoca bombardamenti, morti e feriti, devastazione di territori, fughe di milioni di persone dai propri paesi d’origine e maggiore sfruttamento dei lavoratori.
Sul territorio italiano si trovano numerose basi militari e aziende che vendono armi ai paesi in guerra.
L’Italia, uno dei 29 stati membri della NATO, è all’undicesimo posto nel mondo per spese militari e schiera i suoi militari in ogni aerea dove ha interessi economici, come in Iraq, Libano e Iran.
In questi paesi i militari italiani hanno il compito
Mercoledì 13 novembre a Treviglio – prosegue la mobilitazione degli operai Eurogravure licenziati, portiamo il nostro sostegno scendendo in piazza insieme a loro!
Vogliamo sostenere e dare aiuto concreto a tutti coloro che si sentono in una situazione di sfruttamento (o l’hanno subito di recente) e vogliono far valere i propri diritti.
In generale pensiamo sia fondamentale contribuire alle lotte e alle vertenze dei lavoratori di tutti i settori (dall’industria all’artigianato, dalla grande distribuzione al commercio al dettaglio) e in tutti gli ambiti extra-lavorativi (contro sfratti e pignoramenti, contro il caro-mensa, nelle scuole, per l’ambiente). L’avanzamento e l’unione delle lotte di lavoratori, studenti-precari e disoccupati costruiscono l’unico modello di territorio abitabile