Venuti a conoscenza della vicenda che riguarda il nostro beneamato primo cittadino, abbiamo iniziato a ridere e non abbiamo ancora smesso. Fermandoci a ragionare, però, abbiamo capito che la cosa non ci dovrebbe far solo ridere, ma anche riflettere un secondo su alcuni punti che ci riguardano tutti.
Non vogliamo qui discutere se il titolo di studio rispecchia realmente le capacità di un individuo in più ambiti e se sia giusto o meno che venga utilizzato come strumento di selezione. Di una cosa comunque siamo certi, la maggior parte degli studenti che vogliono avere una minima prospettiva occupazionale e di vita si fanno tutta la trafila del percorso formativo compresa la laurea, per poi rimanere in un limbo di precariato, disoccupazione e lavori spesso per nulla attinenti agli studi fatti. Così per chi volesse accedere all’insegnamento (laurea conseguita), si prospetta spesso e volentieri un’odissea fatta di graduatorie lunghe non accessibili, trasferimenti e anni di precariato. Queste persone non hanno neanche la possibilità di produrre falsi certificati per favorirsi nella scalata sociale. Il nostro sindaco (come altri casi analoghi), invece, cullato dalla sua cerchia di appartenenza (CL e compagnia bella) ha potuto accedere ad una posizione di responsabilità nella scuola privata ed oltre a questo in molti altri ambiti, compresa l’amministrazione della nostra città.
Ed è proprio all’amministrazione di questi anni che abbiamo sempre rivolto le nostre critiche, così come le abbiamo rivolte a quella prima e con tutta probabilità rivolgeremo alle seguenti. Critiche ad un sistema di gestione del territorio che ha sempre portato acqua al mulino di pochi, a scapito della collettività. Svendita compulsiva del patrimonio pubblico e lavori pubblici in progetto, e anche già realizzati, giustificati da esigenze amministrative ridicole e raffazzonate. L’ennesima amministrazione che ha sostenuto attivamente la volontà di gestire il territorio per conto delle aziende, attuando politiche volte unicamente a permettere a queste ultime di trarne profitto.
Questo per dire che a noi del fatto che sia leggermente fuoricorso non ce ne frega più di tanto, tuttavia, non possiamo dimenticare come in questi anni da primo cittadino proprio lui si sia sempre dilettato nell’elargire grandi lezioni di legalità e meritocrazia (discorso caratteristico del suo partito) ed esprimere giudizi (anche su di noi e su chi ci sta vicino) in merito a comportamenti da lui ritenuti “intolleranti” o “sprovveduti”. Nemmeno dimentichiamo tutte le volte che si è nascosto dietro alla retorica per giustificare le sue azioni contradditorie, come quella di parlare il 25 Aprile e contemporaneamente sostenere la presenza dei fascisti a Treviglio.
Concludiamo rimarcando l’inadeguatezza di questa giunta a rappresentare le esigenze di studenti, lavoratori e disoccupati che subiscono ogni giorno di più la crisi attuale; inadeguatezza dettata non da un titolo di studio mancante ma da anni di precise scelte politiche. Il panorama generale politico-istituzionale trevigliese, nel quale iscriviamo questa vicenda triste, ci dimostra ancora una volta che l’unico modo per far valere gli interessi delle classi subalterne è l’auto organizzazione e la partecipazione attiva alle politiche che riguardano il proprio territorio.